20 Aprile 1986
C'è un filo sottile che unisce Torino e il Salento, terra di uomini orgogliosi e tenaci, da dove, negli anni Sessanta e Settanta, in molti partirono per cercare e trovare fortuna mettendo la loro laboriosità al servizio delle industrie torinesi, in primis la Fiat. E c'è un filo sottile, ma robustissimo, che unisce la Juventus e il Lecce. Non a caso, proprio da Lecce arrivano alcune fra le più importanti icone degli ultimi 40 anni di storia bianconera: dal "Barone" Franco Causio, che col suo estro e il suo temperamento ha fatto grande la Juve e la Nazionale negli anni Settanta, a Sergio Brio, lo stopper corazziere della squadra dei mille trionfi trapattoniani Fino ad Antonio Conte, "Il Capitano", e ora l'allenatore, il cuore di una squadra passata dalle abbuffate di inizio millennio alla lenta rinascita dopo la retrocessione. E poi ci sono gli episodi: quelli brutti, come l'infortunio patito allo stadio di Via del Mare da Ciro Ferrara, che gli tolse la gioia di partecipare al Mondiale 1998, e quelli belli. Su tutti quello del 20 aprile 1986, quando i salentini, già retrocessi, espugnarono incredibilmente l'Olimpico di Roma per 3-2, regalando su un piatto d'argento il 22° scudetto ai bianconeri.
La Juventus : Dopo la tragica pagina dell'Heysel, in estate il presidente Boniperti prende il coraggio a due mani e sceglie di voltare pagina: via Paolo Rossi, che si accasa al Milan, via Marco Tardelli, all'Inter. Via anche Boniek, che avrebbe voluto rimanere, e che da allora avrà sempre nei confronti dei bianconeri toni astiosi, polemici, velenosi. Gente che va, gente che viene: la scelta di non confermare Boniek trova ragione nell'arrivo a Torino di Michael Laudrup, giovanissimo danese che la Juve aveva ceduto per un anno alla Lazio per farlo maturare. Con lui il tornante Mauro, incostante ma incontenibile nelle giornate di vena, l'ariete Aldo Serena e il duttile Manfredonia, che Trapattoni colloca a centrocampo. Sono rimasti Cabrini, Scirea, Brio e Platinì, tutti in parabola discendente, ma ancora pienamente all'altezza della loro fama; altri punti cardine della squadra sono l'istrionico portiere Tacconi, il mediano settepolmoni Bonini, il rude terzino Favero.
La Roma : Anche la Roma in estate ha cambiato molto, proseguendo in una fase di rinnovamento già iniziata nella stagione precedente. Sulla panchina, per il secondo anno, siede un giovane allenatore svedese, Sven Goran Eriksson, che rispetto al predecessore Liedholm ha imposto uno stile di gioco più veloce e verticale. La notizia dell'estate è l'addio, molto polemico, di Falcao, che riceve addirittura una lettera di licenziamento dal presidente Viola e torna in Brasile. A farne le veci come regista è un giovane dall'innato senso geometrico, “Er Principe” Giuseppe Giannini, al primo anno da titolare. Ceduti anche Maldera e Iorio, in squadra entrano il solido difensore Gerolin, la promettente punta Tovalieri e soprattutto Boniek, che da esterno si trasforma in interno a tutto campo con numero 4 e a Roma, spronato dall'orgoglio, disputerà una stagione indimenticabile.
Il Lecce : Per il Lecce di Eugenio Fascetti, neopromosso, il 1985-86 è il primo anno di serie A. L'obiettivo della società è cercare una salvezza che si annuncia oggettivamente difficile. Per riuscirci, in estate i giallorossi ingaggiano gli argentini Beto Barbas e Pedro Pablo Pasculli e convincono il Barone Causio a tornare a casa per un'annata da "padre nobile" della squadra. Nel gruppo ci sono tanti giovani, fra cui lo stopper Garzya, che andrà poi alla Roma, i terzini Alberto Di Chiara e Rodolfo Vanoli, che arriveranno anche in Nazionale, e il sedicenne Antonio Conte, che debutta in serie A nel finale di campionato.
Il campionato : La Serie A trova subito un padrone, la Juventus. I bianconeri infilano 8 vittorie nelle prime 8 giornate (record) e spezzano in due il campionato. La squadra di Trapattoni totalizza 26 punti su 30 nel girone di andata, con un'unica sconfitta, a Napoli, alla nona giornata. La Roma parte con una fortunosa vittoria a Bergamo (autorete di Magrin al 90°) ma fatica a carburare. A fine girone di andata, solo il Napoli resiste alle spalle della Juve capolista, staccato di 6 punti. La Roma è a -11 e sembra tagliata fuori, mentre il Lecce già arranca staccatissimo in fondo alla classifica.
Ma attenzione: la partenza lanciata della Juve era una strategia: la società infatti ha chiesto a Trapattoni di arrivare in gran forma a dicembre, per conquistare la Coppa Intercontinentale, che i torinesi vincono a Tokio battendo l'Argentinos Juniors. Nel girone di ritorno, però, la stanchezza affiora, e i bianconeri cominciano a zoppicare, infilando una lunga serie di pareggi.
Intanto a Roma Eriksson ha trovato i giusti meccanismi: i giallorossi cominciano a volare, con sei vittorie consecutive, trascinati da un Pruzzo in gran forma (il 16 febbraio senga 5 gol all'Avellino!) guadagnano posizioni e arrivano a -3. La Juve ha una reazione e grazie a due pareggi dei giallorossi risale a +5, ma il 16 marzo, all'Olimpico, la Roma vince il confronto diretto con un pesante 3-0. La Juventus il 6 aprile perde anche a Firenze e la Roma arriva a -1, finchè, il 13 aprile, grazie al pareggio fra Juve e Samp e alla vittoria 4-2 ottenuta dalla Roma a Pisa le due squadre si trovano appaiate. Mancano due giornate alla fine del campionato, e la Roma deve affrontare ancora il Lecce, già retrocesso, in casa, e la trasferta non proibitiva di Como. La Juve è dilaniata da problemi interni: Trapattoni ha già fatto sapere che a fine stagione lascerà dopo dieci anni in bianconero e andrà all'Inter. Tutti gli esperti concordano che i giallorossi siano i favoriti per lo scudetto, anche perchè la domenica dopo la Juventus affronta il Milan, galvanizzato dall'arrivo di un nuovo presidente, Silvio Berlusconi.
20 aprile : Invece succede l'incredibile. A Roma, davanti a uno stadio gremito, i giallorossi partono bene: al 6° Gerolin taglia il campo in diagonale, scambia con Pruzzo e serve a sinistra Di Carlo: traversone teso su cui arriva in corsa Graziani, che di testa segna e scatena il delirio. Sembra fatta, perchè il Lecce perde anche il portiere Ciucci, invece al suo posto entra Negretti, che da quel momento parerà anche i moscerini. Alla prima sortita il Lecce pareggia: Pasculli si allarga a sinistra e crossa, liscio di testa di Gerolin, arriva Alberto di Chiara e infila Tancredi. Per la Roma è un brutto colpo: la squadra si butta avanti e lascia praterie al contropiede: al 39' da Raise a Pasculli che salta Righetti e si presenta davanti a Tancredi: il portiere esce a valanga, ma trova solo la gamba del centravanti, per un netto rigore. Batte Barbas e non sbaglia, e la Roma è sotto. La ripresa inizia con un assalto dei romanisti, ma Negretti para tutto, strepitoso prima su Boniek e poi su Di Carlo. E al 53°, in contropiede, Di Chiara lancia Barbas che supera ancora Tancredi: 1-3, la Roma è ko. A Torino la Juve è ancora bloccata sullo 0-0. Platinì incita i compagni a gran voce, Cabrini e Scirea raddoppiano gli sforzi, Bonini corre per quattro e al 62° arriva il gol-scudetto: Scirea avanza sulla destra, lancia dalla parte opposta Briaschi, che tenta un dribbling, senza successo, e allora si allarga, chiuso da Maldini. In qualche modo centra basso, proprio dove arriva Laudrup, che in posizione invitante ha la freddezza di stoppare di destro e toccare alle spalle di Terraneo. Esplode il "Comunale". All'Olimpico, all'81°, uno dei proverbiali colpi di testa di Pruzzo sigla il 2-3, e riaccende le speranze della Roma, ma a parte un possibile fallo su Boniek all'89°, su cui Lo Bello sorvola, non succede più niente. Il campionato, ancora una volta, dice Juve. Eriksson, appena un anno fa, ha dichiarato: "Dopo quella sconfitta non dormii per tre mesi". Incubi da scudetto. (Massimo Prosperi for twb22.blogspot.com)
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Roma Lecce
Second Half Only
Juventus Milan
Full Game
Roma Lecce 2-3
RETI: 6°Graziani (R); 33° A.Di Chiara (L); 39°rig.Barbas (L); 52° Barbas (L); 81°Pruzzo (R).
Roma: Tancredi, Oddi, Gerolin; Boniek, Nela, Righetti; Graziani, Giannini (52°Conti), Pruzzo; Ancelotti, Di Carlo (68°Tovalieri). All.: Eriksson
Lecce: Ciucci (27°Negretti), Vanoli, Colombo; Enzo, S.Di Chiara, Miceli; Raise, Barbas, Pasculli; Nobile (69°Paciocco), A.Di Chiara. All.: Fascetti
ARBITRO: Lo Bello di Siracusa
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Juventus Milan 1-0
RETE: 62° Laudrup
Juventus: Tacconi, Favero, Cabrini; Bonini, Brio, Scirea; Mauro, Laudrup (89°Pin), Serena (72°Pioli); Platini, Briaschi. All.: Trapattoni
Milan: Terraneo, Manzo, Maldini; F.Baresi, Di Bartolomei, Tassotti; Icardi (70°P.Rossi), Wilkins, Hateley; Evani, Virdis. All.: Liedholm
ARBITRO: Pieri di Genova
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Classifica: Juventus p. 43; Roma p. 41; Napoli p. 37; Fiorentina. Inter, Torino p. 31; Milan p. 30; Atalanta, Verona p. 28: Àveltino, Como p. 27; Sampdoria p. 26; Udinese p. 24; Pisa p. 23; Bari p. 21; Lecce p. 16.
Text and Report from my friend Massimo
Massimo works on radio and newpaper in Italy, covering Piemont football, here are some links about his jobs:
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